
La “provocazione” della Russia:
“Pronti a vendere gli S400 agli Usa”
Sergei Chemezov non è soltanto uno dei principali collaboratori del presidente russo Vladimir Putin, con il quale si conosce già dai tempi del lavoro all’interno del Kgb a Dresda; egli è anche se non soprattutto amministratore delegato del gigante Rostec, una delle aziende dello Stato russo che porta maggiori introiti al bilancio occupandosi di produzione e vendita di armi, settore strategico e fondamentale tanto per l’economia quanto per determinare le manovre geopolitiche di Mosca. Nei giorni scorsi Chemezov è stato intervistato dal Washington Post e, nelle risposte fornite al quotidiano della capitale statunitense, ha tracciato un quadro della situazione tanto sulle future strategie della Rostec, quanto sui rapporti tra Mosca ed alcuni dei suoi “clienti” quali soprattutto i Paesi appartenenti alla Nato; il passaggio più importante dell’intervista è stato toccato quando si è parlato del sistema difensivo S-400, richiesto da diversi Paesi, anche alleati degli Usa.
“Possiamo vendere il sistema S400 anche agli Usa”
Anton Troianovski, il giornalista che ha intervistato Chemezov, ha incalzato il numero uno di Rostec sulla vendita del sistema difensivo russo ad alcuni quali Turchia ed Arabia Saudita: “Non c’è nulla di anomalo – ha risposto Chemezov – Quando la situazione politica nel mondo è tesa, ogni paese cerca di garantire la sua sicurezza e, naturalmente, di garantire la sicurezza del suo spazio aereo”. Non a caso, il collaboratore di Putin ha fatto riferimento ad una richiesta sempre più elevata di S-400 da parte di numerosi paesi, confermando anche i contatti con Turchia ed Arabia Saudita: “Abbiamo firmato un contratto con la Turchia – si legge nell’articolo – Abbiamo già iniziato la produzione e dovremmo iniziare le consegne nel 2019. E con l’Arabia Saudita, siamo in procinto di negoziare, ma nessuna decisione definitiva ancora”. Infine poi, il chiarimento circa gli accordi con paesi Nato e nazioni vicine agli Usa: “L’S-400 non è un sistema offensivo; è un sistema difensivo”.
Da qui, l’affondo che sa anche di provocazione: “Se Washington ce lo chiede, possiamo vendere anche agli Usa – ha spiegato ancora Chemezov – Non c’è davvero alcun problema dal punto di vista strategico. E non vedo alcun problema per la Russia dal punto di vista della sicurezza. Al contrario, se un paese è in grado di garantire la sicurezza del suo spazio aereo, si sentirà più sicuro. E quelli che potrebbero avere intenzioni di attaccare questo paese ci penseranno due volte”. Un discorso che, se da un lato sembra voler eliminare il tabù di scambi aventi ad oggetto armi tra Mosca e Washington, dall’altro sembra in qualche modo voler lanciare sul campo l’idea che il sistema difensivo messo in piedi dai russi sia più avanzato rispetto a quello americano, tanto da non scartare eventuali richieste da parte degli USA in futuro.
“Usa e Russia devono collaborare”
Nel corso dell’intervista, Chemezov ha anche parlato delle relazioni che si aspetta tra Washington e Mosca; se da un lato è stato sottolineato il pericolo del ritorno alla corsa agli armamenti, dall’altro però il numero uno di Rostec auspica un deciso miglioramento tra il governo di Trump e quello del presidente Putin. Sul primo fronte, Chemezov ha fatto chiari riferimenti ai trattati START sulla diminuzione degli armamenti nucleari in dotazione alla due superpotenze: “Questi trattati dovrebbero essere nuovamente oggetto di discussione, invece guardi che cosa sta accadendo: adesso gli Stati Uniti sono in procinto di adottare un nuovo programma e questo non faciliterà le cose”; sull’altro fronte invece, il collaboratore di Putin ha parlato soprattutto di medio oriente e della necessità di dialogo tra Russia ed Usaper stabilizzare i vari fronti ed evitare ulteriori avvisaglie di escalation, come invece sta accadendo in queste ore.
“Guardi cosa sta succedendo in questi giorni – ha tuonato Chemezov al suo intervistatore – Prima ristabiliremo normali relazioni tra Russia ed America e prima il mondo ne beneficerà: i fronti caldi oggi aperti sono davvero tanti”.
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