
Cina, il nuovo esercito di Xi Jinping
In uno scenario geopolitico sempre più imprevedibile, complice la politica apparentemente contraddittoria e indecifrabile dell’amministrazione Trump, la Cina – che ha assunto il ruolo di mediatore fondamentale nella recente crisi tra Stati Uniti e Corea del Nord – decide di riorganizzare e ammodernare il proprio esercito. Come spiega l’agenzia di stampa Reuters, che cita i media di stato cinesi, il presidente Xi Jinping ha annunciato la riorganizzazione complessiva dell’Esercito Popolare di Liberazione, nome ufficiale delle forze armate della Repubblica Popolare Cinese. L’obiettivo è quello di rendere l’esercito più snello, dotato di una maggiore capacità di eseguire operazioni congiunte. Le forze armate saranno composte da 84 unità militari: il rimpasto, spiega Reuters, è frutto del lavoro e della strategia di di Xi Jinping, che è anche il Comandante in capo.
Le riforme di Xi
«Questa riorganizzazione ha un significato profondo e molto importante nella costruzione di una forza militare di classe mondiale» – ha dichiarato il presidente Xi Jinping martedì scorso alla presenza dei comandanti delle nuove unità dell’esercito a Pechino.Tale riorganizzazione è frutto delle riforme avviate dal governo alla fine del 2015. Lo scorso settembre, la Repubblica Popolare Cinese aveva annunciato il taglio di 300 mila unità su un totale di 2,3 milioni di militari. I comandi generali dell’esercito – il PLA Army, il PLA Rocker Force e il PLA Strategic Support Force – sono stati istituiti alla fine del 2015. Le vecchie sette centrali di comando militari sono state raggruppate in cinque, e i quattro dipartimenti militari – personale, politico, logistica e degli armamenti – sono state riorganizzati in 15 agenzie nel 2016.
La lotta alla corruzione
Il generale maggiore in pensione Xu Guangyu, ricercatore presso la China Arms Control and Disarmament Association di Pechino, ha spiegato a Reuters che queste novità rappresentano la seconda fase delle riforme avviate da Xi Jinping. «Si è fatto un passo alla volta finora – osserva – il quadro militare di alto livello ora è funzionale, mentre questa ulteriore fase innalza il livello del rango medio di tutto l’apparato». Xi Jinping ha inoltre avviato una durissima campagna contro la corruzione nel comparto militare: una vera e propria priorità per il presidente cinese che ha rimosso e incarcerato decine di ufficiali.
Nuova potenza marittima
Pechino si è mossa rapidamente per aggiornare e potenziare il proprio hardware militare in un momento in cui la situazione nel Mar Cinese meridionale potrebbe farsi sempre più delicata; in questo senso la marina diventa per Pechino un asset strategico fondamentale su cui puntare per rivendicare la sovranità delle isole in quell’area. Inoltre, i media cinesi hanno ipotizzato che la seconda portaerei del Paese – e la prima costruita in Cina – potrebbe essere presentata domenica, anniversario della fondazione della marina.
Budget di spesa annuale
Come rivela «IlSole24Ore», la percentuale di incremento della spesa per la difesa cinese nel 2017 è pari al +7% rispetto al 2016, ossia l’1,3% dell’intero output cinese. Una spesa inferiore agli anni scorsi che per la portavoce Fu Ying rappresenta comunque «una cifra adeguata» e «idonea a proteggere gli interessi cinesi». Il budget cinese nel 2016, infatti, era cresciuto del 7,6% a 146,6 miliardi di dollari.